Piastrelle, stoviglie, sanitari e materiali refrattari: l’industria della ceramica italiana è fonte di lavoro per 120 mila persone e produce un fatturato di 6 miliardi di euro. A sottolinearlo è stata Avvenia, azienda attiva nel settore della ‘white economy’, il ramo dell’economia relativo all’efficienza energetica, in occasione del convegno sul tema “Efficienza energetica in ceramica” promosso da Acimac, l’Associazione Costruttori Italiani Macchine Attrezzature per Ceramica aderente a Confindustria.
Al convegno per Avvenia è intervenuto Giorgio Mottironi sul tema “Efficienza energetica 2.0”, presentando le principali novità e soluzioni tecniche messe a punto da Avvenia e proponendo qualificati approfondimenti in materia di interventi di efficientamento gestionale ed energetico e delle problematiche di maggiore impatto per l’industria della ceramica, la cui quasi totalità dei consumi è legata al vettore energetico termico, presupponendo così la possibilità di risparmi veramente notevoli se si implementano le innovative misure di efficientemente energetico proposte da Avvenia.
Nel settore della ceramica, infatti, il costo dell’energia ha un importante peso sul costo globale di produzione e anche solo realizzando risparmi medi del 25% si otterrebbero 25 milioni di euro l’anno di contributi a rientro degli investimenti, a significare di poter sbloccare almeno 125 milioni di euro di potenziali fondi per lo sviluppo del comparto nella prospettiva dei 5 anni.
Parte consistente di questa ricchezza del made in Italy viene prodotta nel distretto di Scandiano-Casalgrande-Sassuolo, punta di diamante dell’industria che forma un agglomerato in grado di sfidare la Cina, primo produttore al mondo di piastrelle di ceramica, con 8,2 milioni di euro di ricavi e una quota pari al 39% del mercato mondiale.
Proprio in ottica di competere con il gigante asiatico, Avvenia sottolinea la necessità di mantenere sempre all’avanguardia le dinamiche di controllo e di gestione delle aziende italiane che operano in questo settore.