L’aumento dell’incertezza geopolitica nell’est europeo dovuto al conflitto russo-ucraino ha amplificato alcune criticità già emerse nel biennio pandemico, ma il mercato italiano degli impianti nel 2021 ha registrato una crescita del 21,5 rispetto al 2020, e anche nel 2022 si registrerà un crescita importante. Nel 2022 il mercato degli impianti rappresenta il 34,7% degli investimenti in costruzioni, in linea con il boom degli interventi di riqualificazione energetica incentivata e la forte ripresa del mercato delle opere pubbliche. Questo quanto emerge dall’8° Rapporto Cresme presentato in occasione della 42a edizione di MCE Mostra Convegno Expocomfort.
Il Rapporto Congiunturale e Previsionale del CRESME sul mercato dell’installazione degli impianti negli edifici in Italia 2022-2024 ha messo in evidenza l’eccezionalità rispetto all’Europa del fenomeno del mercato degli impianti in Italia. “Nessuno in Europa tra i paesi principali mostra una dinamica così positiva” dichiara Lorenzo Bellicini, Direttore Cresme. “Basti pensare che nel 2019 il mercato italiano valeva il 45% di quello tedesco, mentre nel 2022 la sua quota potrebbe arrivare al 60%. Anche limitandosi al 2021, il mercato italiano era arrivato a valere 1,7 volte quello britannico, 1,6 volte quello francese e 2,7 volte quello spagnolo”.
Nello scenario previsionale, la quota dell’impiantistica sul valore della produzione nelle costruzioni in Italia potrebbe superare il livello registrato in Germania; il 34,7% (contro il 33% in Germania), record assoluto tra tutti i paesi europei. Nel 2021 l’export italiano di prodotti per l’impiantistica ha toccato la cifra record di 19,6 miliardi di euro, superando con slancio lo shock economico causato nel 2020 dalla pandemia.
Se per effetto delle misure di contenimento alla malattia introdotte dai vari governi nel 2020 l’export impiantistico aveva subito una contrazione quantificabile in 1,3 miliardi di euro (-7,2%), la successiva ripartenza ha visto incrementare il valore delle merci in uscita di oltre 3,1 miliardi (+19%), segnando un aumento netto rispetto ai livelli pre-crisi (2019) di 1,8 miliardi (+10%). La performance italiana è stata così brillante da terminare un riposizionamento del Paese rispetto agli altri principali esportatori europei.
In Nord America la domanda di prodotti italiani, specialmente in ambito infrastrutturale ha raggiunto il 17,8%. “Già solo gli Stati Uniti rappresentano circa il 6% del mercato estero italiano, con un valore di circa 1 miliardi di euro, e in prospettiva è ragionevole ipotizzare un ulteriore consolidamento della domanda americana.” conferma l’arch. Bellicini.
Per quanto riguarda l’import, nel 2021 la ripresa è stata rilevante, giungendo nel corso dell’anno a un volume di 10,8 miliardi di euro, in crescita del 28,7% rispetto al 2020 e del 21,1% rispetto al 2019. I mercati di origine sono l’Area Euro per il 51% e i principali paesi emergenti, soprattutto Cina, ma è importante evidenziare la rapida ascesa dell’import di prodotti provenienti dai paesi dell’Unione Europea dell’Est, in particolare impianti e apparecchi elettrici.
“Con la pandemia il mercato dell’impiantistica ha saputo svolgere un ruolo anticiclico, sostenendo la ripresa nella maggior parte dei Paesi industrializzati. Come sempre la fotografia che ne fa il Rapporto del CRESME ci restituisce le dimensioni dei mercati e delle figure coinvolte nella filiera” conclude Massimiliano Pierini, Managing Director di Reed Exhibitions Italia. “Con cadenza periodica ne seguiamo l’evoluzione nei mercati di riferimento, confermando il nostro ruolo di spazio di incontro, confronto e dibattito tecnico e culturale. Solo a MCE è oggi possibile toccare con mano le tecnologie che si imporranno sul mercato nel prossimo futuro, pensate per garantire comfort e l’efficienza energetica a casa, al lavoro, a scuola e ovunque decideremo di stare”.