AS_08_2018

SCENARI primo piano 21 Automazione e Strumentazione Novembre/Dicembre 2018 Diffusione in applicazioni di complessità crescente Diverse sono le definizioni che esprimono cosa si intende per drone: gli acronimi inglesi più diffusi nella letteratura del settore sono UAV (unmanned aerial vehicle), UAS (unmanned aerial system), o RPA (remotely piloted aircraft). In Italia, l’Enac, ossia l’Ente nazionale per l’avia- zione civile, nell’Emendamento 4 del 21 maggio 2018 dell’edizione 2 del Regolamento “Mezzi Aerei a Pilotaggio Remoto”, distinguendo i droni dalla categoria “Aeromodelli”, parla invece di SAPR (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto), “impiegati o destinati all’impiego in operazioni specializzate o in attività scientifiche, sperimenta- zione e ricerca”. A livello normativo, anche se il pilota non si trova a bordo, ma opera in modalità remota, i SAPR rientrano quindi nella categoria ‘aeromobile’, e in virtù di tale status sono soggetti al Codice della Navigazione , secondo quanto previsto dal citato regolamento, la cui applicabi- lità vale per le operazioni dei SAPR svolte all’in- terno dello spazio aereo italiano. Interessante è anche comprendere come avverrà il processo di adozione dei droni industriali, che, secondo BCG, si snoderà nel tempo fondamental- mente seguendo tre onde principali, guidate dalle tipologie di applicazioni possibili attraverso lo sviluppo tecnologico e l’adeguamento delle nor- mative nei diversi Paesi. Verso il superamento del limite ‘line-of-sight’ La prima onda di sviluppo dei droni, quella attuale, riguarda le applicazioni ‘line-of-sight’, cioè quelle in cui il pilota remoto a terra è in grado di guidare il drone mantenendo con esso un contatto visivo che consente di controllarlo. Le applicazioni di questi droni industriali si caratterizzano per la limitatezza e la bassa quota dello spazio aereo, circa 150 metri d’altezza: può ad esempio trattarsi dei droni usati quotidia- namente nell’ industria mineraria per monito- rare le riserve, o dei droni che servono a ispe- zionare le piattaforme e raffinerie offshore nel settore petrolifero , evitando l’esecuzione diretta di pericolose operazioni da parte di operatori umani; ma può anche trattarsi dei droni usati in agricoltura e destinati a produrre mappe detta- gliate per semplificare la gestione e coltivazione dei campi, o dei droni utilizzati dagli operatori di telecomunicazioni per ispezionare le torri tra- smittenti. La seconda onda di diffusione, quella del ‘remote monitoring’, dovrebbe invece svilupparsi da qui ai prossimi quattro-cinque anni, con il supera- mento della frammentazione che ancora caratte- rizza il regolamento in materia di droni nell’U- nione europea, dove ad esempio le norme di sicurezza nazionale vengono indirizzate in modo differente, anche sulla base dell’esistenza di molte applicazioni e tipologie di aeromobili. Con questa seconda fase evolutiva, si dovrebbe in sostanza oltrepassare la sola operatività ‘line-of- sight’, per arrivare a permettere ai droni di volare oltre i limiti attuali. Ciò richiederà lo sviluppo di droni più sofisticati, ma, una volta comprovata la sicurezza della tecnologia, la previsione di BCG è che gli enti regolatori permetteranno la moda- lità di monitoraggio remoto , rendendo possibile l’utilizzo dei droni ad esempio per attività d’ispe- zione di centinaia di miglia di lineee elettriche, o per la consegna di posta e pacchi. La terza onda di adozione, ancora lontana per- ché dovrebbe verificarsi nell’arco di 25 anni, è quella dei droni completamente autonomi , che utilizzeranno comunicazioni wireless su lunga distanza altamente affidabili. I droni industriali sono sempre più usati nell’industria delle costruzioni (Fonte: Skycatch)

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