AO_427

OTTOBRE 2020 AUTOMAZIONE OGGI 425 15 AO IL PUNTO GENNAIO-FEBBRAIO 2021 AUTOMAZIONE OGGI 427 l 2020 è finito. Un anno bisesto e fune- sto… e come dare torto alla diceria. Anno in cui il lockdown ha coinvolto tutti: dalle persone alle attività impren- ditoriali. Ma… in questa ‘stranezza’ almeno la parte imprenditoriale si è ri- alzata grazie a un’improvvisa spinta al digitale. Oggi, in molti ci si interroga su cosa rimarrà di questa ‘imposta’ virata. Gli studi fatti sono tanti. Uno di questi, ‘L’effetto dell’emergenza Covid-19 sulla digitalizzazione delle imprese’, realiz- zato da Pepe Reseach, promosso da SAP Italia, ha cercato di comprendere quali novità ha portato l’emergenza sanitaria in termini di digitalizzazione tra le PMI italiane. “Quello che ha colpito di più durante questo periodo è stata la ca- pacità di reazione di aziende e persone che, dopo un primo e comprensibile momento di smarrimento, hanno sa- puto riprendere in mano la situazione e dare una nuova direzione e impulso alle loro attività, vita e lavoro” ha di- chiarato Adriano Ceccherini, direttore Mercato Piccola e Media Impresa di SAP Italia. Ed è proprio così. La sofferenza ha aperto il varco alla flessibilità, alla capa- cità di reagire velocemente, ogni scelta si è portata dietro un peso e un senso di responsabilità importanti a tutti i livelli. Perdite di lavoro, di fatturato, riorganizzazioni di personale, infrastrutture, riesame dei modelli di business, mercati, gestione dei processi e della supply chain, adozione di dispositivi di protezione…. Senza dubbio il ricorso alla digitalizzazione è stata la decisione più diffusa per fronteggiare questa emergenza: nella maggior parte dei casi la strategia è stata quella di accelerare immediatamente processi previsti per il prossimo futuro, talvolta con un orizzonte temporale passato da 2 anni a 2 mesi. In alcuni casi andando ad attivare scelte che venivano procrastinate, o non prese, da tempo. Quello che emerge dallo studio di SAP e Pepe Research è che l’iniezione di inno- vazione è stata certamente forte ed è stata la pandemia a dare la giusta spinta alla digitalizzazione. E ora che questo cambiamento culturale è avvenuto e la rivoluzione è stata innescata non si può fermare perché ormai ciò che prima era accessorio è diventato fondamentale. Nonostante un buon livello di digitalizzazione da parte di tante imprese, al momento del lockdown, la parte più sensibile è stata proprio quella legata alla tecnologia. È emerso che il nodo critico è stato quello delle infrastrutture con carenza di hardware, problemi di connessione, sistemi sottodimensionati. E da non sottovalutare poi alcune carenze culturali dei dipendenti nel lavorare in rete: la necessità di imparare a ‘lavorare insieme senza esserlo’. E il 2021? Secondo alcuni questo nuovo anno porterà un’ulteriore accelerazione nei processi di digital transformation già in atto “che promettono di modificare anche radicalmente l’essenza stessa delle strutture aziendali, aggiungendo dinamismo, flessibilità e resilienza” come sottolinea Gianni Anguilletti, vp Med Region, Red Hat. Ma “nel momento in cui le aziende hanno ben chiara la necessità di continuare a innovare per mantenere, o migliorare, la propria competitività, e il ruolo fondamen- tale della tecnologia in questo esteso processo di trasformazione digitale, occorre prestare la massima attenzione agli abilitatori tecnologici che giocheranno il ruolo più concreto in questo passaggio”. E quindi avanti con cloud, per garantirsi mag- giore flessibilità e agilità nello sviluppo e nell’erogazione di applicazioni e servizi; avanti con Big Data, intelligenza artificiale, machine learning per trasformare i dati in informazioni utili al business; avanti con programmable infrastructures per attivare la modalità as-a-service; avanti con edge computing, per erogare servizi più vicini al fruitore; e poi ancora avanti con il 5G, telaio portante sul quale innestare tutte le tec- nologie citate. Un occhio però dovrà sempre essere attento alla sicurezza; alla por- tabilità e quindi alla possibilità di spostare lavori o applicazioni da una piattaforma a un’altra senza problemi; alla capacità di automatizzare i processi di business e non solamente le operazioni ripetitive di basso livello; all’integrazione rapida ed efficace di dati e processi, per moltiplicare gli effetti positivi dell’automazione a ogni livello. Ma tutti questi elementi, come sottolinea Anguilletti, “potrebbero non bastare per una reale rivoluzione digitale dell’organizzazione. Infatti, la tecnologia da sola po- trebbe rivelarsi insufficiente se non accompagnata da un’evoluzione in termini di cultura aziendale e da una maggior collaborazione”. I Reazione all’emergenza Antonella Cattaneo @nellacattaneo Caporedattore Automazione Oggi, Fieldbus&Networks

RkJQdWJsaXNoZXIy MTg0NzE=