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MARZO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 420 15 AO IL PUNTO GIUGNO-LUGLIO 2020 AUTOMAZI NE OGGI 423 commentare SPS, felicitarsi delle novità in campo manifatturiero, delle innovazioni presentate. Tutto rimandato a un pros- simo futuro. Sarà un futuro ancora più automatizzato? Questo avrebbe dovuto essere il numero post SPS. Ahimè non lo è, lo sarà il numero di ottobre. Oggi ci tocca ancora ragionare di coro- navirus (scritto minuscolo da tanto ci sta antipatico) e del suo impatto sull’industria manifatturiera. L’argomento è caldo e occupa spazi im- portanti sui media nazionali e internazio- nali. L’automazione cambierà il mondo della produzione? L’automazione sconvolgerà il mondo del lavoro? A parte che l’automazione industriale ha già cambiato drasticamente il panorama delle attività produttive, l’introduzione di nuovi concetti produttivi che escludano l’apporto della manodopera umana non avviene dall’oggi al domani. Se è possibile ripensare rapidamente il posto di lavoro fisico con accorgimenti che mantengano il distanziamento tra un lavoratore e l’altro, non è altrettanto rapido ripensare la produzione con l’inse- rimento di nuovi processi automatizzati o di robot. Non è nemmeno così a buon mercato. A occhio, una barriera di plexiglass costa meno di un robot. I costi di ristruttura- zione produttiva, inoltre, vanno pianificati e messi a budget, operazione questa che, per le strutture piccole come per quelle grandi, si farà, sicuramente, ma con i dovuti tempi. Che insegnamento lascia dunque il coronavirus al mondo imprenditoriale e pro- duttivo? Ho letto con interesse, qualche tempo fa, un editoriale del direttore del Fo- glio, Claudio Cerasa. “I robot non sono un virus” titolava il Foglio, e proseguiva con “la pandemia, il boom dell’automatizzazione e la sfida del futuro: cambiare il lavoro con nuove competenze”. Cerasa citava un ricercatore americano, Mark Muro, della Brookings Institution che commentava il lavoro nel ‘durante la pandemia’, dove per durante si intende la Fase 2 e le successive. Fasi nelle quali la produzione si rivolgerà necessariamente in modo più intenso all’automazione. In quegli stessi giorni Linkie- sta commentava uno studio della statunitense Purdue University che aveva elaborato un vademecum comportamentale, ma con un occhio al futuro. Veniva citato Ananth Iyer, direttore del Dauch Center for the Management of Manufacturing Enterprises, secondo il quale la crisi generata dalla pandemia forza a un ripensamento migliorativo dei processi produttivi attraverso una ‘value stream mapping’ (individuazione degli sprechi nei processi produttivi) valida per le immediate necessità sanitarie, ma anche per future innovazioni. In definitiva i vari ragionamenti sulla stampa italiana portano tutti e inevitabilmente a conclusioni simili. Il mondo della produzione, che già oggi è intensamente devota all’automazione, automatizzerà ancora di più i propri processi produttivi e sostituirà il lavoro ad alta ripetitività con processi automatizzati. Questo significa sicuramente la perdita del lavoro per gli addetti alle mansioni più ripetitive, ma non significa in asso- luto la perdita del lavoro. Teniamo presente che Amazon, che da sempre fa uso intenso di automazione e non ferma l’innovazione dei suoi processi, ha assunto recentemente 100.000 lavoratori nei suoi centri di distribuzione. Qual è la necessità oggi dell’industria che automatizza? Una politica formativa specifica che avvicini l’offerta alla domanda. La formazione è la chiave di volta per l’occupa- zione futura, dove il futuro è domani mattina. Se il lavoro verrà fatto dalle macchine, l’uomo dovrà essere in grado di sorvegliare, dovrà formarsi, dovrà apprendere, dovrà trasformarsi. L’uomo fa parte del futuro della produzione, il robot non lo scalzerà. Però dovrà simmetricamente aderire all’evoluzione produttiva e al processo di automazione della produzione. Dovrà digitalizzarsi e adeguarsi alle nuove esigenze. Così farà sicu- ramente parte del futuro. Cito volentieri un titolo di un articolo del Corriere della Sera nella pagina della Cultura dello scorso 27 aprile, firmato da Maurizio Ferrara. Ho tenuto l’articolo e l’ho riletto più volte tanto mi è piaciuto: ‘Per un illuminismo digitale’. Forse siamo all’inizio di una nuova era, anche culturale. ... Sarebbe stato bello… Vitaliano Vitale Comitato Tecnico Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

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