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AO MAGGIO 2020 AUTOMAZIONE OGGI 422 112 Quali sono i punti di forza della vostra realtà? Un prodotto, come Tecnolana, che entra a pieno titolo nell’economia circolare, grazie an- zitutto alle caratteristiche tecniche della materia prima nasce dal continuo confronto tra azienda, maestranze e utenti finali, nel rispetto dell’intero ecosistema (sostenibilità am- bientale, risparmio energetico, salute umana) e ha con sé tutte le caratteristiche tecnico- commerciali per rispettare le nuove legiferazioni europee e nazionali e per permettere all’azienda lo sviluppo commerciale. Il primo, misurabile, punto di forza è proprio quello di essere presenti sul mercato. L’ingresso si sta sviluppando gradualmente, superando tutte le diffidenze verso un prodotto nuovo. Quali passi dovete compiere ancora per posizionarvi a ragione sul mercato nazionale? “Siamo in procinto di operare produttivamente in un peculiare territorio, la Sardegna, che da sola produce il 47 % della lana italiana, trasferendovi a breve l’intero impianto pilota attualmente attivo per la produzione, compreso di lavaggio. In questa fase del processo è proprio l’installazione completa del lavaggio a essere la più impegnativa, a conferma delle difficoltà dell’idea stessa di una filiera della lana. Idea che quindi, anche sotto questo aspetto, Brebey rappresenta pienamente e consapevolmente. La creazione di una filiera integrata e condivisa che, partendo dalla gestione MP, arrivi al prodotto finito, è la condizione necessaria per essere in grado di garantire tutte le caratteristiche di ciò che sul mercato si propone, e ottenerne la certificazione di qualità, sia a livello italiano sia europeo. Qualche passo però, lo deve ancora compiere anche l’UE. In questo quadro generale, è altresì fondamentale cominciare ad agire sulla comunicazione. Gli obiettivi del prossimo futuro? Vi spaventa questa fase di recessione importante che stiamo attraversando? “Sicuramente proseguire il cammino di Tecnolana fino a raggiungere i prezzari di tutte le regioni interessate. Abbiamo poi tre nuovi prodotti in allestimento, in grado di fornire tre diverse soluzioni eco-sistemiche, ad altrettante problematiche. Uno dopo l’altro ci auguriamo che entrino tutti nella fase di commercializzazione, seguendo le orme di Tec- nolana. È ormai tangibile un’accelerazione e un ampliamento della visione della ‘soste- nibilità’. Le isole di plastica che girano negli oceani hanno colpito molto la sensibilità di tutti, e questo picco di tensione e paura con cui si è aperto l’anno, che segna un vertice assoluto alla crisi in cui da tempo stiamo navigando più o meno a vista, crediamo, per sottolineare la luce nell’ombra, che possa essere e che già sia, una grande occasione di riflessione, di ascolto, di analisi anche, dei propri comportamenti e dei paradossi del mondo globalizzato”. La loro priorità è quindi, come diceva Devoto, la creazione di una filiera che gli permetta di supervisionare tutti i passaggi della produzione. In questo modo il processo produttivo di Brebey avviene a 360 gradi interamente in Sardegna, garantendone le caratteristiche e otte- nendo la certificazione di qualità sul mercato italiano ed europeo. “Si può sintetizzare quindi che il nostro modello di sviluppo tecnologico” conclude Virginia “poggi su tre basi: la ricerca e lo sviluppo di tecnologie e soluzioni che favoriscano la riduzione progressiva dell’impatto ambientale e il miglioramento del ciclo di vita del prodotto, la verifica e la certificazione delle prestazioni dei prodotti e infine lo studio e la verifica delle condizioni di applicazione”. rebey nasce con l’obiettivo di valorizzare e incentivare l’uso della lana di pecora sarda, un prodotto naturale, rinnovabile e riciclabile, attraverso lo sviluppo di una proposta tecnologica innovativa, funzio- nale all’industrializzazione del processo produttivo e alla commercializzazione di prodotti naturali creati con tecnologie sostenibili. “L’iniziativa Brebey è frutto del nostro bagaglio di conoscenze e di espe- rienze lavorative” ci spiega Virgina Devoto, coordinatrice del progetto “alle quali ab- biamo aggiunto uno studio approfondito dei materiali utilizzati nel settore tessile. Volevamo produrre articoli tessili tecnici e industriali innovativi, partendo da una ma- teria prima naturale ed ecocompatibile: la lana di pecora sarda. Il nostro lavoro è de- stinato principalmente al mercato dell’e- dilizia, ma stiamo sviluppano soluzioni rivoluzionarie anche nel campo dell’abbi- gliamento, dell’arredamento, della geo- tecnica e del disinquinamento ambientale. L’idea del progetto nasce anche dal soste- nere le risorse del territorio. Quale sono state le difficoltà che avete trovato? “Per rispondere con le carte in regola alle esigenze del mercato e dare peso e valore alle opportunità che il territorio offre, uti- lizzando una materia prima, la lana rustica, considerata dallo stesso mercato come ‘scarto’, bisogna creare una filiera che parta dalla ricerca, arrivi allo sviluppo del prodotto per poi approdare a un coordinamento industriale completo e integrato. Rispettoall’idea iniziale chevi eravate fatti come si è sviluppato il vostro mercato? B START-UP Lucilla La Puma Brebey: tecnologia con la lana

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