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SETTEMBRE 2017 AUTOMAZIONE OGGI 408 17 AO IL PUNTO NOVEMBR -DIC MBRE 2019 AUTOMAZIONE OGGI 418 on è mai facile affrontare l’editoriale dell’ultimo numero dell’anno del gior- nale. Ti vengono in mente le retrospet- tive, le previsioni per l’anno nuovo; cose così, forse un po’ noiosette e già lette. Ma una cena con un amico, mana- ging director di un’importante società hightech, mi ha portato l’ispirazione. L’amico mi parlava delle sue pene nel preparare una presentazione per una ri- unione internazionale della sua società. Sapeva che i suoi colleghi avrebbero in- nalzato pianti greci per il rallentamento dell’economia, della crisi in Germania, e via singhiozzando. Lui voleva essere più positivo e ottimista. E nella discussione salta fuori Greta Thunberg e le sue (giuste) accuse contro il mondo adulto e dell’impresa colpe- vole dei cambiamenti climatici causati per lo più dallo sfruttamento incondi- zionato delle risorse e dalle emissioni. Ma che c’entra Greta con l’ottimismo? C’entra, perché Greta ha smosso le sensibilità dell’intero pianeta e ha tra- scinato le giovani generazioni in un moto di protesta. Una protesta che non rimarrà inascoltata. La mobilitazione seguita ai discorsi e alle accuse di Greta muoverà l’intero sistema economico alla ricerca dei rimedi al cambiamento climatico e alle sue manifesta- zioni, il più delle volte devastanti. Più ecosistemi sociali, produttivi, formativi si muoveranno in una direzione che alla fine produrrà tecnologie, automazioni, impianti, nuovi, diversi, sostenibili. La formazione innanzitutto. Si avvieranno nuovi progetti di formazione universita- ria che si dovranno occupare di modellistica climatica, di tecnologie per ridurre le emissioni, di risorse rinnovabili, di materiali sostenibili e di innovativi progetti inge- gneristici. La ricerca svilupperà nuove modalità che influenzeranno la produzione e il consumo. Le affermazioni di Greta sono indubitabilmente giuste, ma non esiste l’interruttore per cambiare le cose. Non c’è l’on/off. C’è, deve esserci, la volontà di ricercare soluzioni tecnologiche che oggi ancora non ci sono. La ricerca e sviluppo, la formazione esistevano già, ma Greta ha fatto emer- gere un reticolo di studi e di ricerche che da oggi ha il compito di non essere unica- mente materia accademica, ma deve tradursi in concreti progetti industriali. Il corso di Ingegneria Ambientale presente in vari Politecnici deve puntare alla creazione di figure altamente competenti, in grado di occuparsi concretamente degli impatti ecologici dei processi produttivi. Il settore dell’ICT si mobilita, e invero si è già mobilitato, per ridurre, grazie a fonti energetiche rinnovabili, le emissioni di CO 2 . Ma ci si aspetta di più. E da qui trae origine l’ottimismo per l’anno a venire e naturalmente per i successivi. La ricerca e sviluppo porterà innovazione e troverà applicazioni in ogni settore produttivo. Tutto sarà prodotto con criteri attenzionali molto diversi dagli attuali, proprio perché il consumatore finale esige un alto grado di attenzione ai temi am- bientali. Dalla mobilità, alla medicina, dal trasporto alla siderurgia, dall’edilizia ai servizi, dalla componentistica al food and beverage, tutto verrà investito da innova- zioni di prodotto e di processo necessari a prodotti, soluzioni e servizi sostenibili per l’ambiente nel quale il consumatore vive. Non ci sono alternative alla salvaguardia dell’ambiente e del consumatore attraverso processi e prodotti rispettosi. E la mancanza di alternative non può che far ben sperare per il futuro del mondo industriale. C’è bisogno di tutto e c’è bisogno di innovazione, nei processi, nelle solu- zioni, nei prodotti, nelle componenti, nel trasporto, nel consumo, nello smaltimento. Benvenuto dunque anno 2020, anno zero della #GretaEconomy. N #GretaEconomy, un hashtag ottimista. La lotta al climate change trainerà l’economia Vitaliano Vitale Comitato Tecnico Automazione Oggi e Fieldbus&Networks

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