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APRILE 2019 AUTOMAZIONE OGGI 413 116 generare la biosfera, e materiali tecnici che devono essere rivalorizzati grazie a strategie di recupero, riuso e riciclo, trasformando di fatto i rifiuti in risorse destinate a nuovi cicli produttivi. Le tecnologie digitali potrebbero supportare il passaggio a un modello di economia circolare progettato per auto-rigenerarsi. Progettazione circolare Trasformazione digitale e IoT offrono alle aziende l’opportunità di ripensare il loro modo di innovare e competere, grazie a una gestione più efficiente delle risorse. Monitoraggio in tempo reale e manutenzione predittiva consentono innanzitutto di ottimizzare il con- sumo delle risorse, riducendo gli sprechi di energia e gli scarti produttivi. La connessione dei prodotti e delle fabbriche, della catena del valore e degli utenti permette quindi di progettare il ciclo di utilizzo e riutilizzo del prodotto insieme a quello di fabbricazione. In questo, le tecnologie di comunicazione digitale stanno velocemente trasformando il mondo in una piattaforma nella quale è facile reperire e scambiare servizi. Il digitale age- vola così il passaggio da un’economia basata sul possesso del bene a un nuovo modello, incentrato sulla vendita delle performance. In ciò consiste la servitizzazione dell’offerta abilitata dal digitale, in cui il consumatore diviene un mero utilizzatore con vantaggi per entrambe le parti. Costruttori e rivenditori, da un lato, restando proprietari del prodotto, saranno interessati al recupero dei materiali, la cui futura disponibilità è esposta a forti incertezze, con previsione di forti aumenti nei prezzi. Inoltre, ven- dendo un servizio i fornitori vorranno mantenere i prodotti sempre fun- zionanti: verrebbero così meno fenomeni di obsolescenza programmata dei prodotti stessi e la progettazione si trasformerebbe in senso circo- lare, cioè sarebbe mirata alla durata del bene e a rendere semplice lo smistamento, la separazione e il riutilizzo di prodotti e materiali a fine vita. D’altra parte, lato consumatori/utenti, manutenzione e riparazioni rientre- rebbero nel contratto di vendita del servizio, magari insieme a costi operativi quali quelli legati al consumo di elettricità. Tecnologie digitali e ascolto attento del mercato permetterebbero quindi di progettare centinaia di soluzioni differenti, con contratti su misura e servizi migliori. I produttori sarebbero inoltre stimolati a sviluppare continui aggiornamenti per mantenere il bene all’interno del ciclo di utilizzo, e non sa- rebbe più necessario acquistare prodotti sempre più nuovi e costosi per avere il massimo delle performance. Sul lungo termine, un sistema che progetta l’esclusione dei rifiuti, mantenendo i prodotti all’interno del ciclo di utilizzo, creerebbe un nuovo indotto, con relativi posti di lavoro e richiesta di professionalità innovative. Si pensi ora agli schemi di car sharing che già esistono sul mercato, che consentono di acquistare l’utilizzo di veicoli di proprietà da costruttori automotive o compagnie di car sharing, condivisi all’interno di network locali: il modello della virtualizzazione e della dematerializzazione del consumo è di fatto già iniziato. AO AUTOMAZIONE DOMANI sere reintegrati nel ciclo naturale per ri- L’ L’anima sostenibile del digitale Marco Zambelli

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